La dichiarazione non finanziaria (DNF) si colloca perfettamente nell’ottica dei criteri ESG (acronimo di Environmental, Social and Governance), programma che valuta l’impegno di un’azienda in base alla sua sostenibilità e responsabilità nei confronti di chi lavora.
Cosa si intende per DNF ovvero dichiarazione non finanziaria?
La dichiarazione non finanziaria è un tipo di resoconto sulla trasparenza aziendale in cui le imprese divulgano formalmente alcune informazioni non legate alle loro finanze, tra cui dati su:
- politiche di sostenibilità aziendale
- gestione del personale
- azioni volte a combattere la corruzione e mirate al rispetto dei diritti umani.
Dichiarazione non finanziaria: cos’è? La DNF aiuta le aziende a misurare, comprendere e comunicare il proprio impatto sui diritti umani, nonché a fissare obiettivi e a gestire in modo più efficace il cambiamento. In questo senso questo documento rappresenta la cosiddetta Corporate Social Responsibility (o responsabilità sociale d’impresa), ovvero tutto ciò che mira ad affrontare ogni problematica aziendale che ha un impatto etico e sociale.
Esiste, infine, una differenza tra il bilancio di sostenibilità e la dichiarazione non finanziaria, in quanto il primo si concentra sulla relazione con gli stakeholder, mentre la DNF ha come obiettivo principale quello di attrarre dei capitali per nuovi investimenti.
Dichiarazione non finanziaria: esempio
La DNF può essere realizzata secondo vari modelli. Un esempio è il report di sostenibilità, ovvero un rendiconto integrato, che raccoglie e combina i dati finanziari e quelli relativi alla sostenibilità in un rapporto coeso. Al suo interno sono illustrate le questioni ambientali, sociali, etiche e riguardanti i dipendenti, nonché la definizione di misure, indicatori e obiettivi di sostenibilità basati sulla strategia dell’azienda. Questo è importante perché spiega come un’azienda può creare e sostenere il proprio valore rispetto al mercato all’interno del quale è inserita.
Un altro esempio di DNF lo offre il modello Triple Bottom Line di John Elkington. La tripla linea di fondo fa riferimento alle prestazioni economiche, sociali e ambientali di un’azienda, ovvero persone, profitto e pianeta. L’idea alla base del modello è che i modi tradizionali di misurare il successo e la performance aziendale siano ormai superati e che, per misurare il costo totale delle attività di un’azienda, sia necessario includere tutti e tre i fattori, anche se ammette che il fattore persone è più difficile da misurare, in quanto è difficile stabilire delle variabili comuni ed affidabili. Il fattore pianeta riguarda le prestazioni ambientali dell’azienda e misura il grado di responsabilità dell’azienda facendo riferimento al suo impatto ambientale. Ad esempio, è possibile misurare il fattore pianeta osservando la quantità di CO2 emessa annualmente da un’azienda.
È fondamentale comunque che la DNF contenga questi punti:
- Impatto ambientale, con i dati sui consumi energetici sia a partire da fonti rinnovabili che non.
- Impatto sociale, ovvero l’influenza dell’attività aziendale sulla salute e sulla sicurezza dei membri della società, in termini di rischio sanitario e altre tipologie di pericoli.
- Tutela dei lavoratori che comprende, tra le altre cose, le iniziative intraprese per garantire inclusione e parità di genere.
- Tutela dei diritti umani e contro ogni discriminazione.
- Contrasto alla corruzione attiva e passiva ovvero, quella di cui l’azienda potrebbe essere vittima.
A chi è rivolta la dichiarazione non finanziaria?
La dichiarazione non finanziaria è un obbligo per tutti gli enti di interesse pubblico e per le aziende quotate con almeno 500 dipendenti e un bilancio che presenti almeno uno di questi parametri:
- Attivo di stato patrimoniale superiore a 20mila euro
oppure - Ricavi netti superiori a 40mila euro
La dichiarazione non è invece obbligatoria per le micro, piccole e medie imprese (PMI) non quotate. Se queste lo desiderano e comprendono l’importanza di questo tipo di rendicontazione potranno comunque dichiarare il proprio livello di sostenibilità nell’apposito report visto in precedenza per rinsaldare la trasparenza del proprio operato nei confronti di loro soci e clienti.
Quali sono le leggi della dichiarazione non finanziaria?
Quando si parla di dichiarazione consolidata non finanziaria la normativa di riferimento è la Direttiva UE 95 del 2014, anche detta Non Financial Reporting Directive (NFRD), che ha modificato la 34/2013 ed esteso l’obbligo di reporting sulle tematiche sociali e ambientali ad un numero maggiore di aziende.
Recepita dall’Italia con il DL 254/2016, la Direttiva prevede l’integrazione della DNF nel bilancio d’esercizio o la sua pubblicazione separata. Se per qualche ragione delle imprese decidono di non adottare le politiche specifiche citate nella Direttiva saranno tenute ad indicare le motivazioni della scelta, come previsto dal principio del comply or explain.
Inoltre, nel 2021, la Commissione Europea ha proposto di modificare la NRFD con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), o Direttiva Reporting Societario di Sostenibilità. Questo progetto mira all’estensione dell’obbligo di informativa ESG a tutte le grandi società europee non quotate e a tutte le società quotate (europee e non) fatta eccezione per le sole microimprese, in pratica il 99% delle aziende dell’Unione Europea.
Con questa proposta si auspica che gli stati membri recepiscano la modifica alla CSRD entro il 1 dicembre 2022 e applichino le disposizioni a partire dal 1 gennaio 2023, pubblicando i primi report a partire dal 2024. L’obbligo di redazione dell’informativa interesserebbe però le PMI solo a partire dal 1 gennaio 2026 (con le prime dichiarazioni pubblicate a partire dal 2027).
Cosa guadagna un’azienda nel fare la DNF?
La Direttiva UE 95 del 2014 punta a rendere note le informazioni non finanziarie da parte dei soggetti obbligati per offrire alle aziende alcuni vantaggi diretti ed indiretti come quelli di:
- migliorare la trasparenza della comunicazione
- adottare dei comportamenti virtuosi a livello etico e di sostenibilità
- far aumentare la fiducia degli investitori.
Fatte queste premesse, si capisce che la DNF contribuisce al benessere dell’azienda che la pubblica su più livelli:
- permette di verificare i risultati conseguiti dall’organizzazione nel tempo
- migliorare l’immagine aziendale e la brand reputation, facendo aumentare di conseguenza anche la fidelizzazione dei clienti
- l’azienda diventa più competitiva anche a livello internazionale
- una buona trasparenza societaria equivale ad un maggiore apprezzamento da parte degli investitori che si sentono più sicuri ad investire in essa. Inoltre, l’accesso a bandi, gare e fondi pubblici risulta anche facilitato perché si nota l’impegno dell’azienda ad adottare le best practice.
Lo sapevi che…
- Le sanzioni previste per l’incorretta redazione del report di sostenibilità in base alle modalità ed i tempi previsti dalla Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) ammontano, a seconda del tipo di errore, a:
- Omessa stesura della dichiarazione: dai 20mila ai 100mila euro.
- Omesso deposito della dichiarazione: dai 20mila ai 100mila euro.
- Mancata conformità della dichiarazione al decreto 254/2016: dai 20mila ai 100mila euro.
- Falsità nelle comunicazioni: dai 50mila ai 150mila euro.
- Gruppo KRUK, nel 2021, ha pubblicato il proprio Report di Sostenibilità: scopri di più sulle attività di KRUK Italia e scarica il Report.