La disparità di genere si ha ogni qualvolta un soggetto appare come svantaggiato o poco presente rispetto all’altro in un certo contesto, di solito lavorativo.
Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione verso la gender equality facendo notare, anche a livello europeo, la necessità di un cambiamento concreto che porti a diminuire le disparità di genere nel lavoro per le donne, anche quantificato da un nuovo indicatore, il jobs gap, istituito dall’agenzia delle Nazioni Unite.
Le disuguaglianze, retaggio anche di una mentalità difficile da sradicare, sono purtroppo un problema sentito in tutto il mondo, e in gran misura anche in Italia. Degli esempi di disparità di genere nel lavoro sono rappresentati dal fatto che le donne hanno generalmente più difficoltà a trovare un lavoro, percepiscono salari più bassi e spesso non riescono ad accedere a posizioni a maggior esposizione.
Quali sono i principali ostacoli alla parità di genere
Le disparità di genere nel mondo del lavoro riflettono anche le responsabilità personali e familiari (ovviamente non retribuite) che le donne si assumono in maniera sproporzionata e che ostacolano l’esercizio di qualsiasi professione o anche semplicemente la ricerca di un lavoro. È allora facile notare per questi motivi come le donne appaiano nelle statistiche nazionali sotto la categoria di persone “in cerca di un impiego”.
A volte addirittura si pensa che l’esclusione delle donne dal mondo del lavoro sia dovuta alla scelta di prediligere la cura della casa, dei figli o di persone anziane rispetto a un’occupazione professionale. Purtroppo molto spesso si tratta di una conseguenza obbligata derivante anche dalla mancanza di norme e agevolazioni adeguate alla situazione in cui si trovano molte madri.
Sono numerosi gli ostacoli che le donne devono affrontare per raggiungere le stesse condizioni lavorative e le gratifiche che ricevono i colleghi uomini. Tra queste difficoltà rientrano anche degli stereotipi legati al genere. Ecco alcune problematiche comuni:
- Presunte differenze attribuite al genere femminile che potrebbero, soprattutto per alcuni mestieri, costituire dei punti di forza. Il valore delle donne nel mondo del lavoro, restando agli stereotipi, potrebbero essere caratteristiche come empatia, sensibilità e preferenza per gli studi umanistici.
- La supposta tendenza della donna ad essere relegata al ruolo di moglie, madre e curatrice delle attività casalinghe. Inoltre, su di lei gravano, anche se indirettamente, sensi di colpa legati a retaggi culturali e sociali antiquati. Non a caso, secondo il 44% degli europei il principale compito di una donna è quello di occuparsi della casa e dei figli mentre all’uomo spetta guadagnare denaro. Di conseguenza, si vede come inconciliabile il rapporto tra la famiglia ed il mondo del lavoro.
Quali sono gli esempi di disparità di genere nel lavoro?
Esaminando da vicino i cambiamenti che hanno influenzato il mondo del lavoro femminile in Italia, emerge una realtà in cui le donne lavoratrici sono sempre meno rispetto agli uomini. Tuttavia, la discrepanza di genere non si limita a questo unico dato.
Il Gender Equality Index, un indicatore europeo che valuta il divario di genere nei vari paesi membri, offre una panoramica completa delle differenze. L’Italia, ad esempio, ha ottenuto un punteggio di 65 su una scala da 1 a 100, dove 1 indica la totale assenza di parità di genere e 100 rappresenta l’uguaglianza completa.
Questa disparità non si limita alla retribuzione, ma si estende anche a varie forme di discriminazione sociale presenti nel mondo del lavoro. Le donne possono trovarsi limitate nell’accesso a posizioni meno qualificate, nell’opportunità di avanzamento di carriera o di assumere ruoli direttivi, oltre a subire trattamenti contrattuali diversificati.
Inoltre, persistono differenze di trattamento sul posto di lavoro e casi di sfruttamento.
In sintesi, nonostante i progressi compiuti, la parità di genere resta ancora un obiettivo da raggiungere pienamente.
Alcuni dati di disuguaglianza di genere nel lavoro
Attualmente l’Italia è l’ultimo stato della Comunità Europea insieme alla Grecia per percentuale di donne occupate, oltre a contare uno dei divari più ampi per quanto riguarda il tasso di occupazione maschile (20 punti). La disparità di genere nel lavoro in italia si esprime anche con il fatto che le donne che lavorano risultano solo poco più della metà (53,8%).
Una ricerca della Badenock + Clark in collaborazione con JobPricing denominata “Women in Charge: analisi delle differenze di genere nel lavoro ai vertici delle imprese” ha registrato che, per il 38% delle 580 donne intervistate, la difficoltà che notano nella carriera è legata al fatto che gli uomini restano privilegiati nel raggiungimento dei vertici aziendali, anche se posseggono gli stessi titoli e le competenze delle donne.
Il 36% rivela una mancanza importante di modalità e strumenti che consentano alle lavoratrici di conciliare la vita privata con quella professionale. Il 21% lamenta una sorta di imposizione indiretta alla popolazione femminile delle caratteristiche maschili.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) dichiara che il 15% di donne in età lavorativa vorrebbe effettivamente un impiego a fronte del 10,5% degli uomini. Dato che nel giro degli ultimi 20 anni non è cambiato di molto.
Le donne nel mondo del lavoro, tuttavia, sono aumentate passando dal 49,7% nel 2009 al 53,8% nel 2019.
Come promuovere una cultura inclusiva nel mondo del lavoro?
L’articolo 37 della Costituzione sancisce il rispetto della parità di genere per cui la donna lavoratrice gode degli stessi diritti del lavoratore. Per risolvere la disparità di genere andrebbero trovati i modi per agevolare una maggiore inclusione. Principio ribadito anche dall’Onu che entro il 2030 dovranno stabilirsi delle infrastrutture atte a rendere più equa la condivisione delle responsabilità familiari tra uomo e donna e garantire pari opportunità di partecipazione in ogni ambito.
Da parte tua, se possiedi un’impresa, puoi intraprendere delle azioni concrete per combattere la disparità di genere e diffondere in azienda una cultura inclusiva. Ecco come:
- Garantisci a tutte le risorse umane lo stesso salario e le medesime possibilità di carriera e rendilo noto pubblicando le tabelle salariali per promuovere la trasparenza in azienda.
- Aiuta i lavoratori a superare i propri eventuali pregiudizi di genere invitandoli a frequentare corsi sul valore aggiunto legato alla diversità e all’inclusione in azienda.
- Assegna alle lavoratrici meritevoli posizioni di vertice.
- Non tollerare alcun episodio discriminatorio.
- Assicura una più agile flessibilità lavorativa per venire incontro alle esigenze legate alla vita privata di tutti i lavori. Per farlo, imposta anche le modalità di lavoro ibrido e lo smart working.
Il valore della parità di genere in KRUK
La parità di genere e l’inclusività sono pilastri centrali della cultura voluta del Gruppo KRUK. Questi valori sono riflessi chiaramente anche in KRUK Italia. Nel 2024, il 61% della forza lavoro è rappresentato da donne, e più della metà delle posizioni manageriali è occupata da donne. Questo impegno verso la diversità e l’uguaglianza si traduce in un ambiente di lavoro inclusivo e dinamico, dove il talento e le competenze sono valorizzati senza distinzioni di genere.
Lo sapevi che…
Tra gli strumenti che si possono adottare per garantire la parità di genere vi sono:
- il sistema delle quote, che prevede una percentuale obbligatoria di presenza di entrambi i generi nelle attività lavorative. Attualmente purtroppo in Italia questo sistema vale solo per i consigli di amministrazione delle società quotate in borsa;
- oggi il congedo parentale obbligatorio vale solo per la maternità, mentre per il padre si tratta di una scelta volontaria;
- l’aumento dell’offerta di servizi integrativi per la prima infanzia;
- la diffusione di modalità di lavoro flessibili da remoto, non solo in sede.