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La cartella esattoriale (o cartella di pagamento) è un atto utilizzato dall’Agenzia delle Entrate o da altri enti per riscuotere un credito erariale. Oltre ai tributi dovuti all’Agenzia delle Entrate, le riscossioni richieste dalle cartelle esattoriali possono riguardare:
Vediamo allora in cosa consiste, qual è la scadenza della cartella esattoriale e come ci si deve comportare se ne arriva una.
Come anticipato, la cartella esattoriale è una comunicazione che viene inviata ai soggetti con insolvenze al fine di recuperare dei crediti da parte, ad esempio, dell’Agenzia delle Entrate, Inps o Comuni.
In particolare, la cartella di pagamento include in più pagine:
La cartella di pagamento può essere recapitata al contribuente, a seconda della tipologia di atto, attraverso una raccomandata con avviso di ricevimento e con Posta elettronica certificata (PEC).
La raccomandata potrà avere associato un codice 695 o 696 come riportato all’interno del contenuto pubblicato sulle raccomandate market.
Se non si procede al pagamento della cartella entro i 60 giorni previsti, alla somma stabilita si dovranno aggiungere:
Inoltre, a seguito di un mancato pagamento, l’agente della riscossione può avviare le seguenti azioni cautelari a tutela del credito:
Se trascorrono altri 30 giorni da quest’ultimo avviso senza che si sia estinto il debito, l’Agenzia può procedere con il pignoramento, ovvero l’espropriazione forzata dei beni personali del debitore, tra cui:
Dopo 5 giorni da questa notifica, scatta un termine di altri 5 giorni per poter saldare il debito prima che l’espropriazione forzata si traduca in vendita dei beni tramite asta o pubblico incanto.
Come abbiamo anticipato, la cartella esattoriale è un strumento inviato dalla Pubblica Amministrazione.
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Secondo un’indagine di Federcontribuenti, con la ripresa delle notifiche delle cartelle esattoriali post Covid, ci sono state tra la seconda metà del 2022 e ci saranno nei primi mesi del 2023 circa 13 milioni di cartelle da notificare.
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