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Se si possiede un’azienda, è importante saper ben gestire sia la parte produttiva che quella finanziaria. A quest’ultimo ambito appartiene il credito d’imposta, che rappresenta un tipo di agevolazione da parte dello Stato verso le imprese per investimenti in beni materiali e immateriali.
In particolare, il credito d’imposta 4.0, che rientra nel piano transizione 4.0, è relativo agli investimenti in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle aziende che producono nell’ambito territoriale dello Stato.
Vediamo meglio allora il credito d’imposta cos’è, come funziona e chi può richiederlo.
In generale, il credito d’imposta è un’agevolazione che l’azienda può richiedere allo Stato per coprire eventuali debiti dell’azienda nei confronti dell’erario o per pagare dei tributi che, a volte, è possibile scaricare dalla dichiarazione dei redditi.
In particolare, il credito d’imposta 4.0 serve a incentivare le imprese ad investire in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, con lo scopo di promuovere nelle aziende presenti sul territorio nazionale la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.
Per calcolare il valore del credito d’imposta bisogna considerare che esso varia a seconda delle disposizioni presenti nel bando. Ogni ente che lo emette, sia esso il Ministero, le Regioni o altro, può stabilire sia la percentuale del credito d’imposta, sia il tetto massimo di spese su cui calcolarlo.
Perciò, ad esempio, un bando potrebbe prevedere un credito d’imposta del 20% fino a un tetto massimo di spesa di 500.000 euro. Prima di acquistare un qualsiasi bene è importante consultare bene il bando (alla sezione “Spese ammissibili”) per sapere se è possibile inserire il credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi.
Per usufruire dell’agevolazione del credito d’imposta 4.0, è importante tenere conto di alcuni criteri e scadenze che vedremo a breve. Prima di tutto, dato che questa agevolazione fa parte del più ampio piano transizione 4.0, bisogna considerare quali beni rientrano in questo piano, finanziato dalla Legge di Bilancio 2021 (L. 178/2020). Ecco quali sono i crediti 2023 attivi per le imprese e entro quando è possibile richiederli.
Le aziende possono beneficiare del bonus solo per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2022 (non prenotati nel 2021) o entro il 30 giugno 2023 a condizione che entro il 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Il credito d’imposta 4.0 è corrisposto nella misura del 6% del costo, con un limite massimo dei costi ammissibili pari a:
Il credito d’imposta formazione 4.0 scade nel 2022 (salvo proroghe) e a poterne fruire sono:
Se i progetti di formazione sono stati avviati successivamente al 18 maggio 2022, i valori del credito d’imposta sono così composti:
Il bonus beni materiali 4.0 prosegue invece fino al 2025, anche se ridimensionato, e riguarda gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2022 (non prenotati entro il 2021) o entro il 30 giugno 2023, a patto che entro il 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del:
Per gli investimenti che saranno effettuati dal 1° gennaio 2023 (non prenotati nel 2022) fino al 31 dicembre 2025, o entro il 30 giugno 2026 a condizione che entro il 31 dicembre 2025 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, le aliquote agevolative saranno pari al:
Nel 2023 scatta inoltre la nuova fascia introdotta dal decreto Sostegni ter (D.L. n. 4/2022) che prevede che il credito d’imposta sarà riconosciuto avrà un valore del 5%:
Il credito di imposta dei beni immateriali 4.0 riguarda gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 o entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro il 31 dicembre 2022 sia accettato il relativo ordine e pagati acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione, e calcola un bonus del 50% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro.
Per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 (non prenotati nel 2022) fino al 31 dicembre 2023, ovvero entro il 30 giugno 2024 con ordine confermato entro il 31 dicembre 2023 e pagato con acconto di almeno il 20% del costo di acquisizione, invece, la percentuale dell’incentivo è del 20%, con costi ammissibili massimi pari a 1 milione di euro.
Infine, nel 2023 i crediti d’imposta destinati agli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica 4.0, transizione ecologica e altre attività innovative, verranno ridotti.
Il credito d’imposta 4.0 del 2022-25 accoglie un bacino piuttosto grande di beneficiari. Vi possono infatti accedere tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale.
Il credito d’imposta è poi riconosciuto anche agli esercenti arti e professioni, ai soggetti aderenti al regime forfetario, alle imprese agricole ed alle imprese marittime. Requisito fondamentale per ricevere questa agevolazione è che le aziende rispettino le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e versino regolarmente i contributi previdenziali e assistenziali che spettano ai lavoratori.
Sono escluse dal credito d’imposta le imprese con sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
Il credito d’imposta 4.0 dà accesso a una serie di vantaggi:
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